Sentenza del 21/11/2018 n. 932/4 - Corte di Giustizia dell'Unione Europea

IVA: ok della CGUE al metodo induttivo basato sugli studi di settore

La normativa nazionale che consente all’Amministrazione finanziaria, a fronte di gravi divergenze tra i redditi dichiarati e i redditi stimati sulla base di studi di settore, di ricorrere ad un metodo induttivo, basato sugli studi di settore stessi, è pienamente compatibile con la normativa dell’Unione europea (direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006 – Direttiva IVA). L’ufficio finanziario può quindi procedere, attraverso tale metodo, ad accertare il volume d’affari realizzato dal contribuente ed eseguire, di conseguenza, eventuale rettifica fiscale con imposizione di una maggiorazione dell’imposta sul valore aggiunto. A queste conclusioni è giunta la Corte di giustizia dell’Unione europea, pronunciandosi sulla questione pregiudiziale sollevata dalla Commissione tributaria provinciale di Reggio Calabria, derivata da una controversia insorta tra l’Agenzia delle Entrate e un contribuente che aveva contestato il quantum dell’accertamento determinato sulla base di uno studio di settore relativo alla categoria dei commercialisti e consulenti tributari. I giudici lussemburghesi spiegano che la normativa contestata è perfettamente compatibile sia con la direttiva IVA che con i principi di neutralità fiscale e di proporzionalità, a condizione che permetta al contribuente di contestare, sulla base di tutte le prove contrarie di cui disponga, le risultanze derivanti da tale metodo e di esercitare il proprio diritto alla detrazione dell’imposta ai sensi delle disposizioni contenute nel titolo X della direttiva IVA.

Testo integrale della sentenza